Dalla piazzetta di Fornovolasco, superati i primi due ponti, si imbocca il sentiero CAI n.6 che sale lungo il Torrente Turrite; questo sentiero ripercorre l’antica via mulattiera che per secoli ha collegato la Garfagnana con la costa tirrenica. Attraversata la strada asfaltata, si prosegue a salire lungo il sentiero e superato un ponticello di legno ricostruito dopo l'alluvione del 1996, si arriva all'evidente ingresso della Tana che Urla, probabilmente la prima cavità della Toscana visitata con intenti scientifici, da A. Vallisneri nel 1704, da cui trasse molte convinzioni per scrivere la sua opera “Lezione accademica sull’origine delle fontane” del 1726. Poco dopo si incontra il bivio tra il sentiero n.°6 e n.°12; si prende a sx per il n.°6, fino a costeggiare di nuovo le sponde della Turrite; qui si attraversa un affluente proveniente dalla dx. E’ il canale del Termine, antico confine fra il Gran Ducato di Toscana e gli Stati Estensi (cippo di confine sul sentiero).
Dopo alcune centinaia di metri si incontra la copiosa sorgente della Chiesaccia da cui ha origine la Turrite di Gallicano; subito dopo si raggiungono i ruderi di un vecchio hospitale medioevale , l’hospitale de Volaschio, da cui ha preso probabilmente il nome il paese. Continuando a salire si attraversa una strada sterrata nei pressi di Case Petrosciana di Sotto, caratteristico villaggio con casa padronale, cimitero, chiesa e campanile; si percorre per qualche centinaio di metri la sterrata che conduce a Petrosciana di Sopra, per poi riprendere il sentiero a sinistra prima dei casolari stessi. Si risale lungo il torrente ora secco, superando la confluenza del Fosso Caraglione. Dopo una ripida salita e superato il crocevia con il sentiero CAI n. 137 che porta verso il Monte Croce, si arriva alla Foce di Petrosciana, antico valico e panoramica finestra sul versante versiliese delle Apuane meridionali.
Da qui, abbandonato il sentiero n. 6, si consiglia di attaccare subito la ripida cresta rocciosa che conduce alla via ferrata; lungo la cresta è interessante visitare bunker e postazioni della linea Gotica II° guerra mondiale. Superando alcuni esposti, ma non difficili, passaggi panoramici e un tratto attrezzato con cavo metallico si arriva all'attacco della via ferrata "Renato Salvatori" (quota m. 1100 slm). Per i più esperti, provvisti peraltro di attrezzatura specifica, è possibile percorrere la panoramica e aerea via ferrata fino a raggiungere l'arco; altrimenti traversare a dx. verso il versante garfagnino, percorrendo in falsopiano la faggeta, su sentiero non segnato ma ben marcato, fino a trovarsi improvvisamente di fronte all'arco del Monte Forato (quota m. 1160 slm). Le misure di questo magnifico arco naturale di roccia, modellato dagli eventi atmosferici, sono di 26 m di altezza e 32 m. di larghezza.
Numerose sono le leggende legate alla formazione di questa caratteristica morfologica. Una, fra le tante, si riferisce ad un titanico scontro tra S. Pellegrino e il Diavolo.
Il Sant’uomo, che aveva il suo eremo sull’Appennino, era continuamente tormentato dal Maligno, che un giorno, visti i suoi vani tentativi di indurlo in tentazione, gli rifilò un terribile ceffone che tramortì l’eremita. S. Pellegrino riavutosi, non porse l’altra guancia, ma ricambiò la cortesia con tale energia che il povero diavolo attraversò tutta la Garfagnana fino a bucare la cresta sulle opposte Apuane.
Da qui è possibile ammirare una vasta panoramica sui versanti della Versilia e Garfagnana, nonchè sui contrafforti del gruppo della Panie. Tempo di percorrenza ca. 2.30 h.
Chi fosse sazio di tanta vista e soprattutto del camminare, può spezzare il tour prendendo il sentiero CAI n°.12 che con una ripida discesa in breve porta ai ruderi della Casa del Monte, vero e proprio spaccato di una vecchia abitazione montana dei primi del 900. Qui si incontra il sentiero CAI n°.131 proveniente dalla foce di Petrosciana, a cui si può far ritorno per ripercorrere a ritroso il sentiero n°.6. Continuando invece il sentiero n°. 12, si raggiungono Case Felice; si riattraversa il fosso del Termine, fino a giungere nei pressi dell’abitato delle Casette; sul sentiero vecchia Maestà ( piccola costruzione a capanna con immagine sacra) testimone solitaria della profonda fede degli abitanti di un tempo. In breve si ritrova il sentiero n.°6 al bivio vicino alla Tana che Urla.
Tempo di discesa di entrambi gli itinerari ca. 1,30h.
Coloro che hanno buone gambe e non ancora sazi, il tour continua dal foro del M.Forato con il sentiero in falsopiano che si porta sulla lunga, articolata e panoramica cresta che conduce alla foce di Valli ( ca 1.30 h.). Lungo la cresta si incontrano altri bunker e opere difensive dell’armata tedesca e, per i più attenti, è possibile imbattersi in minuti frammenti ceramici che alcuni autori fanno risalire a anfore romane, resti delle guerre che opposero l’antica Roma ai Liguri Apuani nel II° secolo a.c.
La foce di Valli è sovrastata dal versante meridionale della Pania della Croce, prevalentemente costituito da un grande prato inclinato, la Costa Pulita, dove non è difficile scorgere piccoli branchi di mufloni al pascolo.
Dalla foce di Valli, vero crocevia dove si intersecano ben quattro sentieri, si prende il sentiero CAI n°.130 che discende il grande prato, fino ad attraversare il canale del Termine, per poi proseguire per calanchi e abitazioni abbandonate, fino al paese di Fornovolasco. ( ca 1.30 h.)
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