Fornovolasco – Pania Croce – Fornovolasco

È l’ascensione diretta dal paese alla vetta della Pania della Croce.

Dislivello 1200 m. circa.

La prima parte del percorso è lo stesso del TREK n.3 di cui riportiamo descrizione.

Trek 3. Dalla piazzetta del paese di Fornovolasco, superati i due ponticelli, si sale verso destra transitando accanto alla chiesa dove è possibile ammirare la grande opera del maestro Paolo Maiani che con duecento metri di affreschi sul tema dell’acqua, vuole ricordare la tragica alluvione del 1996.

Poco oltre si arriva in prossimità del punto in cui il sentiero attraversa la strada asfaltata per la Grotta del Vento, nell'ampio piazzale del Tinello, dove sgorga l'omonima importante risorgenza. Si prende poi il sentiero CAI n. 130 che sale rapidamento nel bosco; si superano alcune piccole polle, lasciandoci dietro Casa Piancese e Casa Carpineta, arrivando a Casa Pitoncino (quota 907 m. slm) alla base della "Costa Pulita", scosceso pendio erboso che scende dalla Pania della Croce.

Qui è possibile imbattersi in piccoli gruppi di mufloni che pascolano indisturbati.


Si attraversa il canale del Temine, antico confine tra il Granducato di Toscana e gli stati Estensi, e dopo un tratto di buona salita si giunge alla foce di Valli (quota m. 1265) ore 2,30 circa.

Panorama a 360°.

Qui si congiungono ben quattro sentieri, provenienti dagli opposti versanti.

Il nostro è il n.7 che dalla foce risale deciso il ripido versante Sud ( la Costa Pulita) della Pania della Croce.

In circa 1 ora si raggiunge la cresta Est che attraversiamo per mezzo del Passo degli uomini della neve. Antico valico così chiamato perché un tempo abitanti della Versilia lo attraversavano in estate per andare a rifornirsi di neve, conservata nella caratteristica Buca della neve, per farne gelati e granite da vendere sulle spiagge versiliesi e arrotondare così uno scarno reddito.

Dal passo, solo per i più esperti, è possibile risalire la cresta e puntare decisi alla vetta.

Il percorso presenta passaggi di I° e II° grado, con notevole esposizione.

Il panorama è spettacolare e in circa 45 minuti si giunge in vetta.

La Pania Secca e l'Uomo Morto dalla vetta

l'alba dalla Pania Croce

Per l’escursionista medio, si consiglia di proseguire per il sentiero n.7 che in breve porta al bivio ( a dx) con quello n.126.

Il sentiero risale il tormentato Canale dell’Inferno, paesaggio carsico ricolmo di sfasciumi e solitari massi che rendono il paesaggio lunare.

Ad un terzo del percorso, sulla destra. Si apre la Buca della Neve, di cui si è già fatto menzione. 

In circa 1 ora si raggiunge la cresta Nord.

Proseguendo sul sentiero 126 si scende il lungo e ripido versante che porta al rifugio Del Freo.

Noi prenderemo invece il sentiero di cresta verso sx che, in piano e in breve, porta alla vetta della Pania.

Sulla vetta è presente una grande croce di ferro che da’ il nome alla montagna e da molto tempo sfida le ire dei fulmini di Giove.

Dalla vetta il panorama è grandioso.

Si ammirano tutte le vette delle Apuane, gli Appennini, la Garfagnana, la piana di Lucca, la Versilia, La Spezia con le Cinque Terre, e nei giorni più limpidi, la Corsica, l’Elba e le Alpi Marittime.

le luci dell'alba

il rifugio alla Pania 1958 archivio C. Da Prato

In estate è tradizione andare a vedere l’alba in Pania.

Si parte quindi nel pomeriggio attrezzati per trascorrere la notte ( può fare freddo anche in piena estate) e in allegra compagnia si attende l’alba fidando nella clemenza delle condizioni meteo.

Lo spettacolo dell’alba è molto caratteristico. Mano a mano che il sole sorge dietro gli Appennini, l’ombra della Pania della Croce si allunga sul mare Tirreno alle nostre spalle, fino a scomparire e i giuochi di luce si fanno ogni volta diversi.

Per il ritorno si percorre a ritroso la cresta, si ridiscende il Canale dell’Inferno, facendo attenzione ad alcuni passaggi delicati in discesa, fino al bivio con il sentiero n.7.

Giunti fin qui è impensabile non andare al vicino rifugio CAI E. ROSSI alla Pania quota 1609, il più alto delle Apuane.

È possibile rifocillarsi, scambiare due chiacchiere con i numerosi appassionati che frequentano il rifugio o chiedere consigli all’esperto custode.

Per il ritorno a Fornovolasco si possono scegliere due possibilità:

a) rifare a ritroso il sentiero n.7 fino a foce di Valli e tornare al paese con il sentiero n.130. ( ore 2,30)

b) dal rifugio continuare sul sentiero n.7 , attraversare i prati dell’Uomo Morto e la fitta faggeta, per giungere in località il Piglionico, punto di arrivo di una strada marmifera ( 45 minuti).

Il luogo è molto frequentato perché punto di partenza per le escursioni al rifugio E. Rossi alla Pania.

È presente una cappella che ricorda i caduti del gruppo partigiano Valanga, che ingaggiarono impari battaglia con le forze tedesche sul vicino monte del Gesù.

Da questo punto si ripercorre lo stesso itinerario del TREK.3

Si discende per circa due chilometri la strada sterrata, fino a giungere in località le Rocchette, caratteristiche torri calcaree dove è presente una palestra di roccia con numerose vie di arrampicata con un ampio ventaglio di difficoltà.

Poco oltre a destra si imbocca il sentiero n.134 che riporta nella valle della Turrite di Petrosciana, da dove siamo partiti.

Il sentiero in discesa porta all’abitato del Castellaccio, dove si incontra una antica maestà (XVII° secolo) purtroppo in cattivo stato di conservazione.

Poco oltre siamo sulla strada Vergemoli - Grotta del Vento, ma è preferibile proseguire il sentiero che ricalca l’antica via della foce di Petrosciana. Si attraversano selve di castagni contrassegnate dal lavoro secolare dell’uomo, ma oggi purtroppo abbandonate. Interessante è nei pressi una vecchia cava di lastre di ardesia, che per molto tempo è rimasto l’unico materiale disponibile per ricoprire i tetti delle case dei montanari.

Si giunge in località il Boscaccio, sulla strada di fondovalle oramai nei pressi del paese. ( ore 2 dal Piglionico)