Percorso naturalistico

Fornovolasco, Pania Croce, Omo Morto, Pania Secca

Trek naturalistico

Alle pendici dell’Omo Morto

Percorso alla scoperta delle caratteristiche geologiche, naturali e animali delle selvaggie pendici dell’Omo Morto. Fuori dai sentieri segnalati; per tracce di vecchie vie dei carbonai e dei pastori o su nuove vie tracciate dai numerosi ungulati presenti.

Adatto ad escursionisti esperti, con ottimo senso dell’orientamento e capacità di vedere la via . il percorso è spesso disagevole, poco evidente e da intuire.

La prima parte del percorso è lo stesso del TREK n.3.

Dalla piazzetta del paese di Fornovolasco, superati i due ponticelli, si sale verso destra transitando accanto alla chiesa dove è possibile ammirare la grande opera del maestro Paolo Maiani che con duecento metri di affreschi sul tema dell’acqua, vuole ricordare la tragica alluvione del 1996.

Poco oltre si arriva in prossimità del punto in cui il sentiero attraversa la strada asfaltata per la Grotta del Vento, nell'ampio piazzale del Tinello, dove sgorga l'omonima importante risorgenza. Si prende poi il sentiero CAI n. 130 che sale rapidamento nel bosco.

Immediatamente dopo la sorgente della Piancese, il sentiero n.130 sale verso sinistra. Noi prenderemo quello che costeggia in piano le case Piancese e risale poi i vecchi terrazzamenti, un tempo coltivati, fino al bordo del canale di Porreta.

Nei pressi antico forno per la cottura della calce e resti di una capanna per il fieno.

Si segue il bordo del canale verso sinistra fino a trovare un ampio sentiero, che in breve ci porta ad attraversare il canale di Porreta, che qui salta con una cascata di alcune decine di metri.

Si segue il sentiero verso destra, fino a superare la cresta che divide il canale di Porreta da quello della Borra della Fontana, così chiamato per una piccola sorgente che sgorga in alto, un tempo importante per abbeverare gli armenti

Si discende nell’impluvio del canale e si risale la traccia alla sinistra orografica del canale stesso.

La traccia è abbastanza evidente, perché usata dagli speleologi dello Speleoclub Garfagnana per raggiungere gli ingressi dell’abisso Garfagnana e della Sperucola Bassa.

Infatti si incontrano buche scavate dagli stessi, presso una vecchia carbonaia, e poco oltre l’ingresso dell’abisso Garfagnana.

Questa è la grotta più profonda della zona di Fornovolasco ( - 410 m.) e ha uno sviluppo superiore ai 2,5 km.

Inoltre è l’unica che raggiunge il livello freatico costituito da tre torrenti che si gettano in un profondo sifone, esplorato con tecniche subacque per circa -30 m.

Il sifone, tramite una colorazione con traccianti, si è dimostrato essere in comunicazione con la sorgente del Tinello.

Abisso Garfagnana - colorazione del sifone

peonie

Si prosegue oltre, sempre alla sinistra orografica del canale, fino a dove questo si biforca.

Attraversiamo decisamente verso sinistra per trovarci al bordo del maestoso ingresso (10x15 m.) della Sperucola Bassa. L’ingresso è costituito da un pozzo profondo 50 m. seguito da altri due, fino ad una profondità totale di .130 m.

Gettando un sasso, i cupi rimbombi ci fanno immaginare scene dantesche.

Il gesto può anche far involare uno splendido esemplare di allocco, che a volte ha qui il proprio rifugio.

Si supera l’ingresso e si risale fino al soprastante colle, da dove è possibile ammirare le precipiti pareti della Gialunga e dell’Omo Morto, oltre ai cosiddetti prati di Porreta.

Mantenendosi alla stessa quota, si attraversano i prati, dove si aprono gli ingressi della Buca della Dolina e del Pozzo Fornovolasco, cavità profonde una ventina di metri.

Si raggiunge il ghiaione alla testa del canale di Porreta. Il ghiaione è formato dal materiale proveniente dal tormentato e lunare canale dell’Inferno della Pania della Croce, che qui precipita con un salto di oltre duecento metri di dislivello.

Oltre il ghiaione, si entra in un bosco di faggi, dove il percorso si fa poco evidente e l’orientamento è più difficoltoso.

Comunque si risale il bosco, traversando leggermente verso sinistra, per giungere sulla cresta Est della Pania della Croce, dove termina il bosco e iniziano i prati della Costa Pulita.

Qui si aprono alcune profonde buche, la maggiore delle quali è la Sperucola del Buffardello che raggiunge i -200 m. di profondità.

La Foce di Valli e le Apuane Meridionali viste dall'ingresso della Sperucola del Buffardello

Si attraversano i prati, scendendo alla sella sulla cresta opposta, la Foce di Valli.

Qui ritroviamo il sentiero n.130 che in discesa ritorna al paese di Fornovolasco.

Durante tutto il percorso è facile imbattersi in piccoli gruppi di mufloni, in qualche cinghiale o in un solitario capriolo. Nei prati della Costa Pulita, pascolano liberi alcuni splenditi cavalli avellinesi.

Nell’aria si possono vedere le evoluzioni delle poiane, dei gracchi corallini ( una specie autoctona delle Alpi Apuane) delle ghiandaie e di numerosi uccelli minori.

Come già detto, transitando presso grotte, caverne o ruderi, si possono far involare splendidi alocchi e civette.

Secondo stagione, possiamo trovare fioriture di : giunchiglie, peonie, carline e di numerosi fiori montani, alcuni dei quali autoctoni apuani.

Per il giro completo prevedere una intera giornata. Rifornirsi di una buona scorta d’acqua, perché anche quella poca che possiamo trovare non è potabile per la numerosa presenza di animali selvatici.