La Befana

Un tempo non molto lontano, quando il Natale era esclusivamente una festa religiosa e Babbo Natale aveva il proprio habitat a latitudini molto più elevate, bambini e non, attendevano con un misto di trepidazione e paura la Befana.

Trepidazione perché era una delle poche, se non l’unica, occasione per ricevere regali.

Paura perché, se durante l’anno non si era stati giudicati buoni e bravi, i regali si trasformavano in mazze e carboni.

La festa della Befana deriverebbe da antichi elementi folclorici pre-cristiani, recepiti ed adattati dalla tradizione cristiana.

L'origine di questa figura è probabilmente da connettere a tradizioni agrarie pagane relative all'inizio dell'anno. In tal senso l'aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l'anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato per "rinascere" come anno nuovo.

Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di mazze e carboni), passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini.

In Garfagnana la sera del 5 Gennaio era molto praticata ( un po’ anche oggi) la “befanata di questua”. Gruppi più o meno numerosi, travestiti da befane e befanotti, accompagnati spesso da un asinello corredato di gerle e da un suonatore, facevano il giro del paese bussando ad ogni porta, cantando strofe rituali.

Il padrone di casa ringraziava con dolci, frutta secca o fiaschi di vino.

La comitiva rendeva omaggio cantando strofe di ringraziamento

Nel caso però che la porta della casa rimaneva chiusa, dopo aver insistito un po’ nel cantare, la comitiva se ne andava lanciando strofe di malagurio e tirando sassi.

Nei piccoli paesi dove tutti si conoscono, spesso i giovani dell’allegra brigata confezionavano strofe appositamente cucite su ogni nucleo familiare, evidenziandone pregi e difetti.

Nell’articolo “ Una Befanata e una Tenzone, due manoscritti inediti del folklore garfagnino “ di Nico La Penna sul giornale “La Garfagnana” n.10 1974 viene riportata una befanata cantata a Gallicano nel 1713.

L’autore dice di averne preso visione, per la squisita cortesia di un signore gallicanese, da un antico tomo di opuscoli e manoscritti, che la famiglia di questi conserva da molto tempo.

“BEFANA”…..omisis…con una prima parte di 7 quartine di senari ed una seconda parte di quartine di ottanari in forma dialogata.

Venne cantata , come risulta da una postilla a lato del titolo, nel 1713 a Gallicano.

Postilla: la Befana arrivata in calesse a Gallicano, cantata a solo dal suo vetturino, su l’aria di “Ciampicane”, con due violini e un bassetto.

Signora Befana

Il correr la posta

E ver che vi costa:

m’almen sete sana

lurelù lurelù lurelù

Signora Befana

La vostra venuta

A molti è piaciuta:

non state lontana.

Signora Befana

Le vostre bellezze

Son certe fattezze

Da far da sovrana.

Signora Befana

Fate animo e cuore,

ch’alcune signore

vi fan la collana.

Signora Befana

Qui c’è chi vi mira

E po’ si ritira

Con dir: sete vana

Signora Befana

Con buona ragione

Terran conclusione

Per vo’ alla fontana

Signora Befana

Si sentono i putti

Che dicono tutti:

che bella Befana!

(segue in musica a’ cinque)

Sia pur la bentornata

La Befana in questo loco;

arrivata già ch’è poco,

molto stanca e trangosciata.

Sia per la ben tornata (ecc.)

Onde noi l’accompagnamo

Di buon genio in ogni via,

per tenerla in allegria

più strumenti ancor suoniamo.

Or, fanciulle, a voi pur tocca

Compatir questa meschina,

già ch’a’ voi humil si inchina,

raddolcirgli un po, la bocca.

Su mostratevi cortesi,

sovvenirla di buon cuore,

e ciò fate con amore:

vostri affetti sian palesi.

Gradirem noi tutti incora,

vostre grazie dispensate,

purchè voi vi accontentiate

compatir nostra dimora.

E se a novi toccasse in sorte

D’honorare il merto vostro

Già sarebbe il pensier nostro

Provedervi un bel consorte.

Or rivolti a tutti quanti

Vi facciam caro saluto,

in ossequio ed in tributo

v’aguriam d’honore i vanti.

Viva viva tutti quanti!

(segue in musica a’ dieci)

Nostro canto riformiamo

Per volerli riverire:

buona notte ancor li diamo

con pregarli a comparire.

Il testo della seguente BEFANA è stato fornito durante un incontro del gruppo “Vegliatori di Gallicano”

I Vegliatori hanno riferito che questa Befana veniva cantata a Gallicano da un nutrito gruppo di persone, accompagnate musicalmente dalla banda del paese, nella prima metà del 1900.

Sicuramente, da testimonianza raccolta durante la veglia, fu cantata nel Gennaio del 1921 a seguire del tragico terremoto del 1920 che sconvolse tutta la Garfagnana

Di seguito il testo così come i vegliatori hanno riferito:

Finalmente la Befana

In quest’anno a noi ritorna,

a venire non è lontana

quanto pianse e sospirò.

Torte di mandorle fatte col zucchero,

arance e nespole, panforti e zizzole,

ragazze apriteci che vogliam ridere,

vogliam discorrere tra-la-la-la!!

Come sempre in allegria

Sia conforto ai nostri petti,

siano sempre dolci affetti

qui rinchiusi in nostri cuor

2 volte

Come sempre in allegria

Sia conforto ai nostri petti,

siano sempre dolci affetti

qui rinchiusi in nostri cuor

Ringraziamento

Vi ringrazia la Befana

Che l’avete favorita,

Dio vi dia una lunga vita

Tanta pace e tanto amor.