Il primo novecento

Nel 1902 il milanese Virgilio Scaligeri Zucchi ed il genovese Antonelli, sentiti i pareri incoraggianti di insigni ingegneri e geologi, elaborarono un progetto di coltivazione molto ambizioso; esso prevedeva la riapertura delle gallerie ed il trasporto del minerale attraverso una funivia aerea di 7500 metri fino a Gallicano ove doveva giungere un troncone di ferrovia da Bagni di Lucca; furono messe allo scoperto diverse teste di filone, inoltre sgombrate, ampliate ed approfondite diverse gallerie, accertando anche la presenza di pirite per buon valore. Le intenzioni erano ottime, ma i risultati evidentemente non furono all’altezza.

Dal 1913 subentrò la ditta Calceramica, appartenente alla Società Montecatini, gruppo nazionale impegnato in molte altre attività minerarie e di escavazione; in tale periodo alcune lavorazioni, seppure sempre sotto il controllo della Montecatini, furono affidate alla ditta Saligeri ed alla ditta Cerpelli. Soprattutto negli anni ’20 ci fu un grande attivismo, furono riaperte molte delle gallerie antiche, ne furono scavate di nuove; la Montecatini si avvalse anche della consulenza di geologi ed ingegneri molto quotati, quali Monetti, Sappa e Cortese. Oltre alla tradizionale escavazione della magnetite, l’attività si rivolse anche verso la pirite; quest’ultimo minerale era ben presente nella miniera e sembrava poter fornire maggiori possibilità di sfruttamento economico.

Nel corso di quegli anni alcune delle gallerie già esistenti furono collegate tra loro, ma soprattutto fu scavata una prima galleria di ribasso a quota 720, al fine di indagare a maggior profondità i filoni minerari presenti; un’altra galleria di ribasso, a quota 675, fu iniziata e poi non terminata. Le maggiori lavorazioni si concentrarono alla Cava del Ferro, ma interventi minori furono realizzati anche alla Fontanaccia, alla Fornaccia ed in parte anche al Battiferro.

La Montecatini portò sul posto motori a scoppio per far funzionare i perforatori, visto che nel luogo non c’era ancora l’energia elettrica.

Carta topografica delle Miniere delle Buge, risalente al 1924. Documento conservato nell’Archivio Minerario Regionale di Firenze e tratta dal sito dell’Università di Siena. Tratto di galleria della Ribassa di quota 720  scavata nel primo novecento. Foto Buffardello Team

Il problema maggiore rimaneva comunque quello della viabilità. La ferrovia infatti era arrivata a Gallicano ed il treno rappresentava un efficace sistema di trasporto verso i mercati di vendita; rimaneva però il problema di come far arrivare velocemente il minerale alla stazione di Gallicano. Molte speranze erano legate alla costruzione della strada Gallicano – Trombacco, ma questa seppur progettata intorno al 1920, fu realizzata solo in parte ed in misura nettamente insufficiente rispetto alle esigenze della Montecatini. In attesa del completamento della strada si progettarono soluzioni più ardite, come quella di una funicolare che nelle diverse versioni doveva arrivare fino alla Stazione di Gallicano, oppure all’attacco della strada carrozzabile o fino a Trombacco. In realtà rimasero solamente progetti, anche per le incertezze della Montecatini, titubante a fare grossi investimenti in strutture in relazione anche alle reali potenzialità del giacimento. Pertanto i trasporti del minerale fino alla stazione di Gallicano continuavano ad esser fatti a dorso di mulo.

Proprio l’inadeguatezza della viabilità e dei mezzi di trasporto fu la causa principale del blocco dell’attività nel 1930.