Vitalba

Nome scientifico: Clematis Vitalba, L. (vezzadri in Garfagnana)

Dvitalba_html_m72a2ce35.jpgescrizione: Pianta lianacea con fusti a sarmento lunghi 10 o 20 m. e corteccia fibrosa e distaccata. Le foglie , caduche , sono opposte, pennatosette a 5 o a 7 foglioline ovali, lanceolate, un po’ dentate. La Vitalba, secondo alcuni studiosi, è l’unica liana europea; infatti presenta fusti legnosi che si arrampicano ai tronchi degli alberi, e sono straordinariamente lunghi. I fiori sono bianchi o bianco-verdognoli, hanno un profumo delicato, sono riuniti a grappolo; ogni fiorellino è composto da 4 petali allungati e vellutati. La fioritura avviene in estate;

Habitat: E’ una pianta comunissima che si può trovare facilmente nelle siepi di confine, nei boschi, sui muri, sulle recinzioni. è molto frequente: nei cespugliati, nei campi incolti, lungo i bordi dei viottoli, dei tratturi, etc.

Utilizzi terapeutici: La linfa della pianta fresca stimola fortemente le mucose e provoca bolle sulla pelle. Per questo (v. curiosità) era usata dai mendicanti per simulare malattie cutanee. Oggi la vitalba ha trovato impiego in omeopatia e si utilizza in caso di eruzioni cutanee, blefariti, ingrossamento delle ghiandole, malattie degli organi riproduttivi maschili ed anche nevralgie.

Utilizzo In cucina: Per l’utilizzo alimentare si procede alla raccolta delle cimette dei fusti volubili, in primavera e durante l’estate. La velenosa Vitalba diviene commestibile se cotta. Non ha un gusto forte ma può essere utilizzata (sempre in modiche quantità) unitamente al tamero e al luppolo per preparare minestre o risotti dal gusto silvano.

Curiosità: Si racconta che i legionari romani, durante i loro faticosi spostamenti, usassero la Vitalba per difendersi dal calore del sole, usando a mo' di turbante i lunghi fusti così ricchi di fogliame; nello stesso tempo i poveri soldati erano allietati dal gradevole profumo. Sempre nel passato si è usata la pianta per le sue caratteristiche ulceranti: poiché la Vitalba, se ben strofinata sulla pelle, provoca delle piaghe, alcuni mendicanti si procuravano delle ulcerazioni per destare pietà mentre chiedevano l’elemosina. Per questo motivo in Francia viene anche chiamata "Herbe aux gueux" (erba dei cenciosi).