L’antica via del Saltello

La Bassa del Saltello e' la piu' marcata depressione del crinale spartiacque tosco – emiliano nel tratto Abetone – Radici, oggi attraversata da una pista forestale, vanta origine antiche che si fanno risalire, in tempi storici, alla rete viaria transappenninica realizzata dalla colonizzazione romana. Pare ormai certo che la Bassa del Saltello fosse punto di valico, insieme alla via di S. Pellegrino in Alpe, di una Aureola, una diramazione cioe' della consolare Via Aurelia che da quest’ultima di discostava in prossimita' della Colonia romana di Pisa e che da essa risaliva la Valle del Serchio, valicava l’alpe per scendere a Mutina, l’odierna Modena.  Di fondamentale importanza fu la strada del Saltello alcuni secoli piu' tardi, intorno al 600 d. C., allor quando essa costitui' per circa cinquant’anni l’unica arteria utile ai Bizantini per raggiungere dalla capitale Ravenna il porto tirrenico di Luni ancora in loro possesso.  La “Via del Saltello”, attraverso diverse diramazioni, metteva in comunicazione vari Comuni del versante toscano (quali Ceserana, Lupinaia, Barga e Castiglione Garfagnana), con Pievepelago e Roccapelago nel Frignano, quindi con Modena; era fiancheggiata da due ospizi (o hospitali), quello di S. Leonardo del Perticara sul versante modenese e quello di San Bartolomeo del Saltello nel versante Garfagnino. Ci interessa naturalmente qualche notizia su quest’ultimo, situato come detto a breve distanza dal valico, che faceva parte del plebanato di Pieve Fosciana. Se ne ha la prima menzione in una breve nota del Papa Onorio III del 9 febbraio 1224, con la quale venne ordinato “Rectori et fratribus Sancti Bartholomei de Alpibus, Mutinentis diocesis” di presentare, entro un mese dalla notifica, i privilegi per i quali quell’ospizio pretendeva di non essere soggetto alla giurisdizione del Vescovo di Modena; poiché l’hospitale rimase sempre sotto la giurisdizione di Lucca, molto probabilmente fu provato che le pretese del Vescovo di Modena erano ingiustificate.Successivamente compare in un elenco dell’anno 1260 delle Chiese di Pieve Fosciana in Garfagnana che dovevano versare la decima per le Crociate e registrato come “Ecclesia Sancti Bartholomei de Saltello” per un contributo di L. 9.Da una carta lucchese del 1366 si ricava inoltre che delle immissioni in possesso di un Rettore dell’Ospizio di San Bartolomeo del Saltello (detto anche di Ceserana) fu affidato incarico al Rettore dell’Hospitale di S. Pellegrino in Alpe.Un’ultima notizia dell’Hospitale si ha in una carta del 1409, dove si evince il declino della struttura ed il suo progressivo abbandono. Molto probabilmente il fiorire della struttura era stato legato al periodo dei grandi pellegrinaggi del XIII e XIV secolo, ma soprattutto perse d’importanza con il crescente sviluppo del limitrofo Hospitale di San Pellegrino in Alpe.La Via del Saltello mantenne comunque un ruolo significativo nel periodo estense fino ad arrivare alla seconda metà del XIX° secolo. Nel periodo estense il Passo del Saltello fu utilizzato più volte dai vari eserciti che in quel periodo si fronteggiavano in Garfagnana; in quella zona convergevano i confini di stati: Barga territorio Fiorentino, Ceserana estense, Lupinaia e Castiglione dominazioni lucchesi. Dalle vecchie pubblicazioni si legge di eserciti estensi che calavano su Lupinaia dal Saltello; ma erano presenti anche movimenti opposti, cioè di compagnie militari lucchesi che da Lupinaia salivano verso il Saltello e da lì ridiscendavano sull’enclave di Castiglione, in modo da evitare il passaggio sul fondovalle (lato sinistro del Serchio) dove potevano essere controllati dalla Rocca di Ceserana. Ma la via del Saltello deve aver svolto una funzione anche nei traffici commerciali tra Garfagnana ed Emilia. Un esempio in tal senso è rappresentato dal ferro. Nel 1500 funzionava a Fornovolasco un’importante polo siderurgico, il maggiore dello Stato Estense, con un forno per la fusione tecnologicamente all’avanguardia e delle fabbriche per le successive lavorazioni; nei decenni successivi cominciò a scarseggiare il combustibile (carbone da legna). Ciò convinse il governo estense a spostare parte della lavorazione in zone ancora ricche di boschi e legname, in direzione di Modena. Furono così costruite due fabbriche al Sillico ed a Ceserana (quest’ultima, secondo studi che devo ancora completare, doveva essere situata in prossimità della località attualmente conosciuta come Mulino della Sega). In pratica possiamo ricostruire una filiera di questo tipo: fusione del ferro a Fornovolasco, con materia prima proveniente da miniere locali o dall’Elba – parte della lavorazione trasferita a Sillico e Ceserana – trasferimento del prodotto finito a Modena attraverso il Passo del Saltello. Una strada attualmente dimenticata e quasi insignificante ha in realtà una storia secolare ed interessante.

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Bibliografia:

Raffaello Raffaelli - Descrizione geografica, storica, economica della Garfagnana. Castelnuovo di Garfagnana 1879.

Sac. Cav. Uff. Antonio Martinelli – Migliano e la sua Pieve – Pescia 1938.

Amedeo Guidugli -  Garfagnana Medioevale. Appunti storici. Lucca 1982.

Amedeo Guidugli – Ospedali, Vie e Pellegrinaggi nella Garfagnana del Medioevo – Lucca 1993.

Paolo Mucci - Notizie sull’attività siderurgica nella Garfagnana Estense in “La Garfagnana dall’avvento degli Estensi alla devoluzione di Ferrara”. Modena 2000.

Aldo Innocenti – Il Passo del Saltello tratto dal sito www.ursea.it.