La ricostruzione del 1524

L'attività a cavallo del 1500

Lo sviluppo siderurgico di Ceserana avviene sotto la dominazione estense, dal quindicesimo secolo, nell’ambito del  forte sviluppo impresso alla fusione e lavorazione del ferro a Fornovolasco.  Gli Estensi elaborarono un ambizioso progetto per sottrarsi alla dipendenza dal Ducato  di Milano e dalla Repubblica di Venezia, in fatto di forniture di ferro, armi e bombarde; per divenire autonomi in tal senso ed acquisire fama e nuove opportunità commerciali, destinarono enormi energie economiche ed umane allo  sviluppo di Fornovolasco, che a cavallo del 1500 era il principale polo siderurgico dell’Italia Centrale, con occupate diverse centinaia di persone tra minatori, boscaioli, carbonai, operai di forni e ferriere. Tale progetto tuttavia rivelò presto un punto debole: il taglio rapido, continuo ed indiscriminato dei boschi sovrastanti Fornovolasco, a servizio delle fabbriche del Ferro, portò prima del previsto all’insufficienza di combustibile (carbone da legna) necessario ad alimentare le ferriere. Per questo motivo gli Estensi decisero spostare in altri siti parte dell’attività siderurgica di Fornovolasco, laddove fossero presenti torrenti in grado di far funzionare  le ruote idrauliche, ma anche ampi superfici  boschive da  consentire la produzione di carbone per l’alimentazione dei fuochi delle fabbriche del  ferro.Furono pertanto acquisite dal Duca estense 3 fabbriche minori situate a Isola Santa, Sillico e Ceserana. Queste ultime due erano logisticamente  posizionate lungo la direttrice tra Fornovolasco (sito di estrazione, fusione e lavorazione del ferro) e Modena (sito di destinazione del prodotto finito e mercato di vendita).

Come detto in precedenza la  storiografia ufficiale garfagnina non si era occupata della fabbrica del ferro di Ceserana, per cui le notizie che abbiamo sono incerte, sporadiche e circoscritte ad  un limitato orizzonte temporale; sono state estrapolate sostanzialmente da un interessante lavoro dello studioso modenese Paolo Mucci, autore di un intervento dal titolo “Notizie sull’attività siderurgica nella Garfagnana estense” nell’ambito del convegno “La Garfagnana dall’avvento degli Estensi alla devoluzione di Ferrara”, tenutosi a Castelnuovo Garfagnana nel 1999; il Mucci nel  suo lavoro attinge le notizie principalmente da documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Modena e  da alcuni atti notarili conservati nell’Archivio  di Stato di Lucca.  La fabbrica viene menzionata “a Segerana frabiche 1 fuochi 1” in una “Lista de le frabiche che sono in Carffignana et che lavorano adesso”,  documento del 1497. In quel momento la fabbrica del ferro di Ceserana era la seconda in importanza in Garfagnana dopo quelle di Fornovolasco.  Era costituita da un solo fuoco e si riforniva di minerale dell’Isola d’Elba attraverso il mercato di Pietrasanta. Il minerale veniva ridotto in ferro attraverso il metodo diretto del basso fuoco, quest’ultimo era un modo abbastanza vecchio di ridurre il minerale, ormai soppiantato nelle valli venete e lombarde dal più moderno ed efficace metodo indiretto o del forno a cannecchio, progenitore dell’altoforno; tale nuovo sistema indiretto fu utilizzato con buoni risultati per la prima volta in Italia Centrale a  Fornovolasco dal 1496 in poi. La produzione della fabbrica di Ceserana era relativa a  chiodi, inferriate, utensili vari, nonché pezzi semilavorati come fase di barre.

La cessione della fabbrica di Ceserana da tale comunità alla Camera Ducale sarebbe avvenuta in cambio di una certa rendita annua.

L'acquisizione della fabbrica di Ceserana rafforzò il polo siderurgico ducale, ma consentì anche a tale fabbrica minore di poter utilizzare il ferro ed i semilavorati realizzati a Fornovolasco con il metodo indiretto.  Le fabbriche minori appena acquisite  furono affidate alla direzione dell’agente ducale Leonardo da Pisa.  Dall’inizio del 1500 la Camera Ducale affittò a Leonardo da Pisa per 3 anni, con un canone di dieci ducati la fabbrica di Ceserana, con l’obbligo di rifornirsi di vena e di ogni altro materiale esclusivamente al fondaco di Pietrasanta o agli altri magazzini ducali di Fornovolasco “per lavorare alla dicta fabrica de Cicerano, et così a quella del Silico”.