Il Monte Croce

Sulle Apuane si crede che la notte del 2 novembre, ossia la notte dei Morti, le anime degli annegati, degli uccisi, degli insepolti e di tutti coloro che comunque non riposano in terra consacrata, vaghino nei boschi e sulle montagne. Nei dintorni del Monte Croce, nelle Alpi Apuane Meridionali, c’è una leggenda molto particolare:      quella delle fiammelle che una volta l’anno, la notte del 2 novembre, tornano ad incontrarsi sulla vetta del Monte.

Tanti anni fa, due giovani pastori erano soliti incontrarsi nei verdi prati sottostanti la cima della montagna e proprio lassù, si promisero marito e moglie. Un giorno, era il mese di maggio, a causa delle scorrerie delle navi barbaresche sulla costa, il giovane pastore fu chiamato, come molti altri giovani, a difendere i villaggi dei pescatori sul litorale e durante un terribile scontro fu ucciso a tradimento. La notizia gettò  nella più profonda disperazione la povera ragazza che corse subito sulla vetta delle montagna, dove tante volte era rimasta con il suo innamorato. Iniziò a piangere e, subito, ogni lacrima si  trasformava in un profumato fiore. Tanta fu la disperazione che la ragazza , che dopo pochi mesi da quel  tragico giorno, si ammalò gravemente e morì in pochi giorni.

Ogni anno nella notte del 2 novembre, due fiammelle bellissime, luminose e serpeggianti, vengono ad incontrarsi sulla cima del monte Croce. Una di esse viene dal mare e l’altra attraversa i boschi della montagna. Poi si raccolgono in disparte, aggirandosi di dirupo in dirupo, ma non appena un barlume di luce rischiara l’orizzonte, scompaiono ed  il luogo ritorna solitario e quasi spaventoso.

Nel mese di maggio i fianchi della montagna si coprono di bianche giunchiglie; sono le lacrime della ragazza che sbocciano ogni primavera in ricordo del tragico amore.