La Sacra Famiglia stava cercando di fuggire da Erode che li inseguiva. San Giuseppe costruì una barca, navigò lungo il Nilo e poi nel Mediterraneo, fino alle spiagge della Toscana, dove approdò al fortino di Motrone. Gli angeli tirarono la barca in spiaggia, mentre il mare si era agitato e un vento freddo e furioso aveva cominciato a soffiare. La ragione di questo cambiamento del tempo era dovuto al fatto che Erode si era messo in mare con le sue potenti imbarcazioni e le sue schiere di soldati per catturare Gesù tra i monti della Versilia.
Le tribolazioni di Gesù, Giuseppe e Maria non erano dunque finite. Da Motrone raggiunsero Pietrasanta e poi Vallecchia, fino a Corvaia, Seravezza e Ponte Stazzemese. Poi presero la mulattiera verso il passo di Petrosciana.
<Di là si vede la Pania Rosa, di qua le grottacce. E salire ancora, sfociare dietro il monte Procinto, che sta in mezzo ai nostri monti, come un enorme altare. Come una torre fortificata che guardi verso il mare per tenere a rispetto chi si avventurasse, sbarcando nemico, su queste alture>.
Gli angeli si appostarono sulla cima del Procinto per osservare le mosse di Erode e del suo esercito. A quei tempi, tra il Procinto e le Panie si trovava una prateria di erba sempre verde e tenera. Era un luogo protetto dai venti del mare e dal freddo. Vi crescevano cespugli di more, castagni e noccioli. Qua e là nel fianco del monte si aprivano grotte che offrivano un comodo ricovero per le capre e le pecore. I pastori pensavano che questa valle fosse abitata dalle fate. Appena Maria e Giuseppe vi entrarono con il Bambino, gli angeli annunziarono l’arrivo di Erode. Gli sposi guardarono le alte montagne davanti a loro e cominciarono a salirle con grande fatica, quando all’improvviso il monte si aprì.
<Gli angioli misero i canestri in terra e s’inginocchiarono davanti al monte che si era forato. Da quel portone spalancato aperto all’improvviso veniva una brezza di mezzogiorno. E il cielo appariva accostato alle rocce come se fosse quella apertura la porta del Paradiso>.
Da quel giorno nelle Apuane vi fu il monte Forato, ma non fu questo l’unico prodigio. Dalla parte del Monte Procinto, si era aperta una profonda voragine che staccava un monte dall’altro ed era difficile da vedere, perché si apriva tra gli alberi e le grotte. La fossa era tanto profonda che comunicava addirittura con l’Inferno. Giuseppe, Maria e Gesù Bambino varcarono le montagne attraverso il provvidenziale foro nelle rocce, mentre l’esercito di Erode si sconquassò nel precipizio.