l farro è il più antico cereale conosciuto dall’uomo; sembra che la sua coltivazione risalga al 7000 a.c..nelle zone di Siria, Mesopotamia ed Egitto.
In Italia ha rappresentato la base dell’alimentazione delle popolazioni latine ed era uno dei piatti preferiti dai Romani che sembra lo utilizzassero per nutrire le loro legioni. Con l’avvento di altri tipi di cereali la coltivazione e l’uso del farro era quasi scomparsa dal territorio italiano. In Toscana era sopravvissuta solamente in Garfagnana, dove era presente un genotipo che si è ben adattato al clima ed ai terreni locali. In questa terra, a seguito di una crescita culturale tesa alla valorizzazione delle produzioni tipiche, il farro è stato riscoperto, incrementandone la coltivazione e commercializzandolo con criteri innovativi.
Il farro della Garfagnana è ora un prodotto tipico conosciuto a livello nazionale, ha ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Protetta e per favorirne la coltivazione, commercializzazione e controllo di qualità è sorto un apposito Consorzio di Produttori.
Secondo il disciplinare la coltivazione del farro è caratterizzata dall’impiego di metodi di produzione naturali, senza il ricorso a sostanze chimiche ed anche il prodotto ottenuto deve essere conservato in locali idonei senza l’utilizzo di antiparassitari.
In cucina il farro ha molti utilizzi che si sono ampliati negli ultimi anni in una vasta gamma di sapori.
Il piatto tradizionale della Garfagnana è comunque la zuppa di farro, una minestra di farro cucinato in un brodo più o meno denso di fagioli giallorini ( altro prodotto tipico garfagnino) condita con un filo d’olio extra vergine di oliva.
Eccezionali sono pure i piatti freddi con il farro condito in vari modi, dai frutti di mare, alle verdure miste o solo con pomodoro e cipolla.
Da non dimenticare le gustose torte e la birra dal sapore particolare.