La famiglia Raffaelli

Si tratta  senza dubbio di una delle famiglie più importanti della Garfagnana,  sicuramente la più prestigiosa e nobile nella storia del Comune di Fosciandora.

La tradizione vuole che secoli orsono Fosciandora  sia stata fondata da tre fratelli provenienti da Gubbio, Leonardo, Simone e Raffaello, dai quali originano le famiglie Nardini, Simonetti  ed appunto Raffaelli.

Sappiamo comunque che un’altra importante famiglia Raffaelli, proveniente da Mantova, era presente fin dal XV secolo a Fondagno di Pescaglia, poi trasferitasi nella città di Lucca. E’ probabile che le due famiglie abbiano origini comuni come si potrebbe pensare dalle carte della famiglia Raffaelli conservate nell’Archivio di Stato di Lucca, nelle quali si prova l’esistenza di alcuni di loro nel Comune di Fosciandora nel XVII secolo, mentre un’altra famiglia con lo stesso nome emigrò in Francia.

Uno dei principali esponenti della famiglia Raffaelli è stato senza dubbio Antonio (24.11.1783-26.12.1860). Primogenito di 10 figli, dopo la laurea in giurisprudenza, fece carriera nella pubblica amministrazione prima in Garfagnana poi a Lucca.  Fu segretario di Nicolao Giorgini, Prefetto di Castelnuovo Garf. sotto i Baciocchi, poi giudice di pace del Circondario di Massa. Si stabilì poi a Lucca ricoprendo numerose cariche pubbliche; fu tra l’altro giudice alla Corte d’Appello di Lucca e presso il Tribunale Superiore sotto il governo  dei Borbone. In seguito Carlo Lodovico lo chiamò al suo seguito, affidandogli numerosi incarichi e nominandolo suo consigliere. Non potè fare scelta migliore, come ricorda Cesare Sardi nei suoi “Ricordi ottocenteschi”,  tanto che fu in seguito Ministro degli Esteri, direttore della Polizia e Forze Armate, rimanendo sempre fedele al Duca di Lucca anche nei momenti più difficili di quel tormentato periodo.  Antonio sposò Cristina Giorgini, da cui discesero Enrichetta, Luisa e Raffaello. Ad Antonio Raffaelli fu concessa la nobiltà ereditaria con Decreto del 12 Ottobre 1839.

Suo fratello Pietro (1791-1866) fu istruttore dei figli del Duca di Modena Francesco IV°,  poi Vescovo di Carpi, quindi di Reggio Emilia; morto con rimpianto universale per le su eminenti virtù di mente e di cuore. Trovansi interessantissime lettere inedite, del Principe Ferdinando di Asburgo, dirette al Vescovo Pietro Raffaelli in merito all’educazione dei figli di Francesco IV° e alle varie vicende politiche di quel tempo.

Un altro fratello Paolo (nt. 1793) fu Sindaco di Fosciandora ed esercitò fino a tarda età la professione di notaio.

Il primogenito di Antonio fu Raffaello (Massa 08.05.1813-Massa 10.05.1883). Raffaello Raffaelli compì gli studi umanistici a Lucca, poi si laureò in legge nel Collegio Legale di Modena, passaggio questo obbligatorio per chi in quell’epoca avesse voluto intraprendere la carriera politica o amministrativa negli Stati Estensi. In Lucca si unì in matrimonio con donna Giulia de’Marchesi Provenzali; ebbero quattro figli, Nicola, Pietro, Cristina e Giovanna detta Giannina.  Nel 1836 fu segretario della Consulta Provinciale di Garfagnana e dal 1845 fu promosso a quella di Massa, dove occupò anche la carica di Commissario Ducale per gli Affari Ecclesiastici. Nel 1847 il Duca Francesco V lo nominò Commissario Straordinario per prendere il possesso di Montignoso. Nel 1849 fu nominato Consultore Legale presso la Delegazione di Massa e nel 1856 fu richiamato a Modena quale Consultore di Governo per i Lavori Pubblici. Nello stesso anno divenne Delegato del Ministero degli Esteri per Massa (così venivano chiamati i Prefetti nel regime degli Estensi). Nel 1859 allo scoppio della Rivoluzione si rifugiò con le milizie ducali a Fosdinovo e poi a Fivizzano; il 13 giugno cessò da ogni sua carica. Ritiratosi a vita privata Fosciandora, venne poco dopo eletto a Consigliere Provinciale, Sindaco di Fosciandora e membro del Consiglio Comunale di Castelnuovo Garfagnana. Nel 1871 divenne primo Ispettore degli scavi e monumenti d’arte della Garfagnana. Ebbe molte onorificenze, tra cui quella molto ambita a quei tempi di Cavaliere della Corona d’Italia. Fu autore di molte pubblicazioni, tra cui la principale fu senza dubbio la “Descrizione geografica, storica, economica della Garfagnana” edita nel 1879 dalla Tipografia Giusti di Lucca.

Giovanni  (1828-1869) cugino di Raffaello fu poeta del Risorgimento; rinomatissimi i suoi poemetti “La battaglia di Lissa” e “La rivolta di Venezia”. Fu anche nominato dal Farini consigliere a Modena e fu Provveditori agli Studi di Pisa e Livorno.

Un altro cugino Pietro (1817-1866) fu poeta e scrittore rinomato per la sua traduzione del “De partu Virginis” del Sanazzaro e di altri commenti critici delle opere classiche edite da Le Monnier di Firenze, come pure degli inni sacri composti ad imitazione del Manzoni.

Nicola (1839-1912), figlio di Raffaello, malgrado il diploma di notaio, non esercitò mai la professione. Si dedicò al sostegno della causa cattolica, promuovendo come membro dell’Opera dei Congressi la formazione di Società Operaie Cattoliche e lo sviluppo economico della Garfagnana. Emerse anche nella Corte Pontificia ed ebbe parecchi encomi sia da Pio IX che da Leone XIII, oltre al titolo di Cavaliere di Cappa e Spada. Riprese anche un progetto della ditta Seymes per utilizzare le acque del Serchio per provvedere di elettricità tutta la provincia di Lucca, mai realizzato, scrivendo nel 1897 anche un saggio in materia dal titolo “Le forze idrauliche del Serchio e l’energia elettrica”.

Il fratello Pietro emigrò in Sud America, la sorella Cristina sposò Stefano Scapinelli e Giannina si maritò a Paolo Guidoni.

Da Cristina Raffaelli, sposata Scapinelli, è nato Raffaele, già Nunzio Apostolico a Vienna, Cardinale di Santa Romana Chiesa, morto nel 1934.

Nel 1900 la famiglia Raffaelli di Fosciandora rafforzò i legami con la città di Lucca, dove ormai alcuni di loro erano residenti.

Nel 1927 una parte dei discendenti di Nicola aggiunse al suo cognome quello dei Provenzali, dando origine al ramo dei Raffaelli Provenzali, dimoranti nel palazzo avito di via Fillungo.

Bibliografia:

Nicola Pennacchi. “Raffaello Raffaelli nel centenario della pubblicazione della sua storia” . Circolo Carfaniana Antiqua. 1980.

Gian Mirola. Fosciandora e i suoi paesi”.

Antonio Martinelli. Migliano e la sua Pieve”. Tipografia Franchi. Pescia. 1938

Gerardo Mansi. “I patrizi di Lucca”. Lucca